“Tornato in Italia, ho lavorato presso in due ristoranti: Vissani, a Baschi (all’epoca 2 stelle Michelin) e ST. Hubertus di Norbert Niedekofler, a San Cassiano (3 stelle Michelin). Da queste esperienze ho imparato quanto sia importante salvaguardare e valorizzare il proprio territorio.
Lavorare negli stellati era un mio obiettivo da sempre, ma dopo tutto c’era qualcosa che non mi tornava. Penso che la cucina sia condivisione e amore, qualcosa che deve essere alla portata di tutti, senza ostacoli economici. Dove non ti servono 300 euro per una esperienza gastronomica. Nella mia testa iniziava a vagare l’idea di aprire il mio ristorante.
Dopo aver conosciuto Helena, la mia fidanzata, siamo andati a vivere insieme a Londra, con l’obiettivo di imparare cucine di etnie diverse. Quale posto migliore, se non una delle città più multietniche del mondo! Ho lavorato in un ristorante middle-east (Libano, Gerusalemme, Turchia e Marocco) poi in un ristorante Italo-Giapponese, dove proponevamo una cucina fusion.
L’ultima esperienza all’estero è stata a Copenaghen, per lavorare in una bakery dove facevamo pane e dolci. Fin dall’inizio della mia carriera, quando facevo il pizzaiolo, uno dei miei pensieri fissi era quello di imparare più cose possibili per diventare un giorno uno chef, il più possibile completo.